Archive for the ‘Film’ Category

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il mio Piccolo Principe

3 gennaio 2016

Tra una  crisi e l’altra siamo andati al cinema: i bambini volevano vedere Alvin, io volevo vedere il piccolo principe. Alla fine il destino ha voluto che i posti per Alvin nel momento in cui è arrivato il mio turno alla cassa fossero esauriti (tranne due simpatici posti in prima fila) e così ho dirottato tutta la famiglia.

Un film ricco di emozione, mi ha parlato dritto al cuore.
Una storia sull’eterna lotta tra il mondo dei bambini e quello dei grandi e sulla lotta tra l’animo bambino e l’animo adulto nelle persone.
Ci sono persone che quando crescono diventano adulti precisi, responsabili e seri (“il problema non è crescere, il problema è dimenticare“), non riescono a mantenere vivo lo spirito infantile e creativo. E ci sono persone che crescendo non perdono il contatto con il gioco e, per citare un altro film che mi è piaciuto tantissimo (Inside Out), “l’isola della stupidera”.

diventerò un adulto

“Ok, io diventerò un adulto, ma non sarò mai un adulto come voi!”

Una storia sugli addi: dire addio a un amore perchè è la cosa giusta da fare, dire addio a un posto perchè è ora di cambiare, dire addio a una persona che ci lascia ma imparare a mantenerla viva nei ricordi (“ti svelo un segreto, non si vede che con il cuore, l’essenziale è invisibile agli occhi.“)

La commozione è stata inevitabile, ecco com’ero ridotta al termine della proiezione del film:

piccolo principe

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Abbiamo visto LORAX

8 ottobre 2012

Un dolcissimo e divertentissimo cartone animato da vedere insieme ai bambini.
Una storia piena di tutte le sfumature del genere umano: i difensori della natura da una parte e i prepotenti, gli approfittatori, gli egoisti e avidi dall’altra.
C’è un ragazzo che sfida le autorità per aprire gli occhi ai suoi concittadini e conquistare il cuore della donna amata.
C’è la famiglia del ragazzo che lo aiuta nelle sue avventure.
C’è una città di persone che non si rendono conto di vivere con gli occhi bendati.
C’è un losco individuo che le comanda vendendo loro il bene principale: l’aria.
C’è un uomo che per avere finalmente l’approvazione della famiglia intraprende una attività che va a discapito della foresta.
C’è la famiglia di quest’uomo che regola il proprio affetto per lui a seconda della sua riuscita negli affari.
e poi c’è Lorax, con l’azzeccatissimo doppiaggio di Denny De Vito anche in italiano, il folletto della foresta che tenta disperatamente di arginare i disastri che la colpiscono.

Un mosaico di personaggi, di colori, di bellissime canzoni.

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Il gatto con gli stivali

5 aprile 2012

Quando il corriere mi ha portato il pacchetto del progetto UniversalBlogClub ero entusiasta perchè dentro c’era il Gatto con gli stivali. Shrek mi era piaciuto tantissimo e così nutrivo grandi aspettative per le gesta di questo adorabile gattone.

Anche il bimbo grande era contento perchè aveva già visto in giro pubblicità di questo cartone e non vedeva l’ora di poterlo vedere.
Durante il pisolino pomeridiano della sorellina ci siamo spaparanzati nel lettone io e lui e ci siamo messi a vedere il cartone.

Alla fine, non sapevo come mai, ma mi era rimasto un po’ di amaro in bocca: non era come quei film di animazione dove ridi di gusto e ti rilassi, ma mi aveva lasciato con un senso di insoddisfazione.
Poi ho capito come mai.

 C’è una vena di tristezza che attraversa l’intera storia: l’ingiustizia con cui il protagonista viene accusato di crimini che non ha commesso, l’allontanamento dal luogo dove vive e dalle persone che ama, la ricerca del riscatto, il tradimento.
Di solito in questi cartoni c’è il protagonista che combatte con un cattivo che è ben individuato dall’inizio: qui invece è alla fine che si scopre chi sia realmente il cattivo. E il tradimento da parte di una persona di fiducia è una cosa terribile.
Non so quanta di questa tristezza abbia colto mio figlio, è piccolino, non ha ancora 4 anni.
Mentre in Kung Fu Panda aveva ben visualizzato da subito il “pavone cattivo” qui c’erano si i due briganti bruttissimi e cattivissimi (che poi, molto più umani di quanto ci si potesse immaginare, con il tenero desiderio di paternità da parte di lui), ma poi alla fine ha visto che i cattivi non erano solo loro.

A parte questo, la grafica è come sempre spettacolare e la voce di Banderas che doppia anche la versione italiana dà quel tocco in più a questo simpatico personaggio.

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Kung fu panda 2 VS Dora l’esploratrice

7 gennaio 2012

In un ventoso pomeriggio dell’epifania, appesantiti da abbondanti mangiate e con l’abbiocco in corso, cosa c’è di meglio che mettersi tutti nel lettone a guardare un film?
Scegliendo tra quelli dell’Universal del progetto MammaBloggerclub, la mia scelta è caduta subito su Kung Fu Panda 2.
Per gli amanti della grafica e dell’animazione è una goduria: paesaggi spettacolari, cascate realizzate alla perfezione come se l’acqua fosse reale, visi estremamente espressivi, battute divertenti…

Solo che i miei cuccioli sono ancora troppo piccoli per apprezzare un film del genere, quindi mi sono ritrovata a insistere per vederlo fino alla fine mentre il primogenito mi sventolava sotto il naso il dvd di Dora l’esploratrice.
E dato che le feste sono soprattutto per i bambini, ho interrotto il panda a metà e messu su Dora.
E questa non era una Dora qualunque: era Dora nella foresta incantata!

Dora è un cartone adattissimo ai bambini più piccoli: la sua grafica è molto semplice e le storie lineari e facilmente seguibili. Inoltre l’interattività lo rende interessante per i bambini che non hanno solo un ruolo passivo da spettatori ma un ruolo più attivo, avendo l’impressione di aiutare la piccola protagonista a raggiungere il proprio obiettivo.
La presenza di alcuni personaggi che parlano solo in inglese, inoltre,  è un valido aiuto nell’apprendimento della lingua che già mio figlio sta iniziando a conoscere a scuola.

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Abbiamo visto “Diego il soccorritore di animali”

3 novembre 2011

I dvd tra cui scegliere questo mese per il progetto di Universalblogclub erano 3: appena ho aperto la busta, il primogenito si è catapultato a esplorarne il contenuto e ha tirato fuori Barbie e l’accademia per principesse. Sicuro di sè ha esclamato “Guardiamo questo!” e io (e vittima dello stereotipo principesse=femminucce)  “Ma è un cartone per femminucce”, e lui “Ma a me piacciono le femminucce!”. Alchè ho pensato, perchè no, proviamo a guardarlo insieme.

Dopo 5 minuti di visione se ne è andato in camera sua a giocare, a indicare che il cartone non aveva catturato la sua attenzione. D’altra parte non aveva catturato nemmeno la mia: la grafica rendeva i personaggi molto poco espressivi, e per me, appassionata di grafica digitale reduce dalla visione di Rapunzel (insuperabile dal punto di vista della grafica e dell’animazione), era una pecca non da poco. Inoltre la vecchia storia della ragazza povera che sogna non di frequentare l’università ma di andare in una fantomatica accademia per principesse mi ha subito fatto passare la voglia di proseguire nella visione.

Siamo passati al secondo dvd contenuto nella busta, ovvero Zhuzhupets, ma nemmeno i cricetini cantanti e ballerini hanno ghermito l’attenzione del mio primogenito…

Ma fortunatamente, dulcis in fundo, ecco emergere dalla busta il beniamino del mio primogenito, il suo eroe, colui del quale sa tutta la sigla a memoria: Diego il soccorritore di animali!



Il primogenito già conosce e apprezza Diego, appuntamento quasi quotidiano alla tv: grazie a questo cartone già conosce un sacco di animali dei quali anche io ignoravo l’esistenza.
In ogni episodio, Diego è impegnato ad aiutare qualche animale in pericolo: durante l’impresa ne impara il verso e le abitudini, aiutato dal suo inseparabile zaino S.O.S che può trasformarsi in qualsiasi cosa. Diego è dotato di tantissimi gadget tecnologici, rilevatori gps, macchina fotografica con superzoom, orologio rice-trasmittente: tutti oggetti affascinanti che il primogenito fantastica di utilizzare anche lui.
E oltre a Diego ci sono i suoi amici e familiari che ogni tanto compaiono ad aiutarlo: i suoi genitori e sua sorella sono tutti impegnati in attività naturalistiche e così anche i suoi amici, che spesso provengono dalle più diverse zone della terra: un bel modo di iniziare i bambini alla multiculturalità.

Molto semplice nella grafica, Diego è un cartone interattivo, durante il quale Diego aspetta le risposte dei piccoli telespettatori e ne richiede l’aiuto per completare la missione: e non parla solo in italiano, ma anche in inglese, altro bel modo per insegnare ai bambini le prime parole in questa utile lingua straniera.

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Hop!

20 settembre 2011

Invitata da Jolanda di Fattoremamma partecipo a Universalblogclub e vi racconto il film HOP, che ho visto ieri insieme al primogenito.

Si tratta di un film dove i personaggi creati con animazione 3D interagiscono con gli attori in carne e ossa, quindi non essendo un cartone animato non ha catturato l’attenzione di mio figlio al 100%. Ha 3 anni e 3 mesi e adora i cartoni, ma come vede scene di film si annoia, così durante la visione, quando non c’erano i personaggi di fantasia si distraeva con altri giochi.
Per il resto gli sono piaciute le avventure del coniglietto Cipi, gradendo soprattutto le ambientazioni fantastiche nell’isola di Pasqua e nella fabbrica di dolci. Gli è anche piaciuta molto la batteria suonata da Cipi, tant’è che se andava in giro per il salotto con due matite in mano, sbatacchiandole un po’ ovunque…

Già, perchè il protagonista è proprio un coniglietto pasquale che si trova sulle spalle la pesante responsabilità di diventare il successore di suo padre nella consegna dei dolci la mattina di Pasqua: come il secondo protagonista del film, l’umano Fred, ha un rapporto conflittuale con il proprio padre causato da diversi desideri, ambizioni, sogni.
I due protagonisti, per quanto non provino subito una reciproca simpatia, sono accomunati dal fatto che entrambi sono nel pieno del classico conflitto generazionale: da una parte la richiesta di crescere, maturare, mettere la testa sulel spalle, dall’altra una sorta di sindrome di Peter Pan che li spinge a restare bambini e a coltivare i propri sogni.
Nel corso del film entrambi percorreranno la strada che li porterà a raggiungere i propri obiettivi e la tanto desiderata approvazione paterna.

Simpatico il cameo di David Hasseloff nei panni di se stesso “Hei, il mio migliore amico è una macchina che parla!”

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Avatar

18 gennaio 2010

Dopo due anni di film a casa, domenica pomeriggio il maritino ed io siamo finalmente andati al cinema con gli amici.
Abbiamo portato il cucciolo dal nonno e andati in un cinema nelle vicinanze a vedere Avatar.
Il cucciolo ha giocato a disegnare con il nonno e a smontargli casa mentre noi ci siamo concessi il lusso di un paio d’ora al cinema.
Il film mi è piaciuto molto: belle le ambientazioni, i colori, le musiche, le scene… Bello bello: peccato solo la pessima qualità della proiezione.

Mi sono talmente immedesimata nella storia che ho deciso di “avatarizzarmi“…

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Into the wild

26 febbraio 2009

Ieri sera (sky santo subito) mi sono vista un bel filmone: into the wild.

M’è piaciuto un sacco.

E’ la storia del viaggio di un ragazzo 23enne che dopo il diploma abbandona tutto, genitori, casa, auto senza dir niente a nessuno, per allontanarsi dalle restrizioni e imposizioni di una società che lui non condivide.
Parte senza un soldo per vivere alla giornata e all’avventura.
Insegue il suo sogno di raggiungere l’Alaska e camminare nelle terre selvagge, vivendo di ciò che la natura gli può offrire.

E’ la storia di un viaggio, che come tutti i viaggi è anche interiore oltre che esteriore. Ed  è la storia degli incontri che il ragazzo fa durante la sua esperienza: incontri che lasceranno qualcosa di magico in ciascuna delle persone coinvolte.

La carriera è una invenzione della società moderna: io non ci tengo ad averne una” ribatte il ragazzo a un signore che gli chiede perchè perda tempo così, perchè non si cerca un lavoro.
Beh, io condivido in pieno questa affermazione: non a caso ho fatto una scelta particolare, quella di lasciare momentaneamente il lavoro per dedicarmi al meraviglioso viaggio della crescita di mio figlio, mentre la società vuole che una donna si sente principalmente realizzata dalla crescita lavorativa.

Ma davvero pensi che la felicità stia solo nei rapporti con le altre persone? Dio ha messo la felicità ovunque…”
Altra bella affermazione, anche se il giovane la  porta al suo massimo estremo: la totale solitudine.
Non condivido la vita da eremita, che anche lui poi alla fine capisce non essere la soluzione “La vera felicità è condivisa” dice.
Ma è anche vero che la vera felicità non è proporzionale al numero di amici che crediamo di avere.

Queste sono le due frasi che mi sono rimaste più  impresse: la tentazione di riguardarmelo è forte.

PS: il film è basato sulla vera storia di Christopher McCandless.

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Il fantastico mondo

15 gennaio 2009

di Amelie!

Troppo carino, me lo sono rivisto proprio volentieri.amelie