Tra una crisi e l’altra siamo andati al cinema: i bambini volevano vedere Alvin, io volevo vedere il piccolo principe. Alla fine il destino ha voluto che i posti per Alvin nel momento in cui è arrivato il mio turno alla cassa fossero esauriti (tranne due simpatici posti in prima fila) e così ho dirottato tutta la famiglia.
Un film ricco di emozione, mi ha parlato dritto al cuore.
Una storia sull’eterna lotta tra il mondo dei bambini e quello dei grandi e sulla lotta tra l’animo bambino e l’animo adulto nelle persone.
Ci sono persone che quando crescono diventano adulti precisi, responsabili e seri (“il problema non è crescere, il problema è dimenticare“), non riescono a mantenere vivo lo spirito infantile e creativo. E ci sono persone che crescendo non perdono il contatto con il gioco e, per citare un altro film che mi è piaciuto tantissimo (Inside Out), “l’isola della stupidera”.
“Ok, io diventerò un adulto, ma non sarò mai un adulto come voi!”
Una storia sugli addi: dire addio a un amore perchè è la cosa giusta da fare, dire addio a un posto perchè è ora di cambiare, dire addio a una persona che ci lascia ma imparare a mantenerla viva nei ricordi (“ti svelo un segreto, non si vede che con il cuore, l’essenziale è invisibile agli occhi.“)
La commozione è stata inevitabile, ecco com’ero ridotta al termine della proiezione del film: