E’ stato un anno faticoso il 2015, le crisi della secondogenita hanno scombussolato un po’ tutti in famiglia e altri pensieri e situazioni ci hanno messo in crisi.
Il cambiamento più evidente lo abbiamo notato nel primogenito, che ultimamente ha scatti di rabbia a scuola mentre a casa è più tranquillo.
Nel tentativo di studiare il problema penso, rifletto, parlo, leggo… e mi sono imbattuta in questo libro: “Lascia che si arrabbi, capire e affrontare la rabbia di tuo figlio dai 2 ai 13 anni” di Francesca Broccoli.
L’ho trovato ricco di interessanti spunti di riflessione:
- la rabbia è una delle emozioni primarie e primordiali che portiamo con noi dall’inizio dei tempi perchè insieme alla gioia e la paura sono state indispensabili per la nostra evoluzione
- essendo una emozione (dal latino ex-movere, portare fuori) serve a lanciare un messaggio che va decodificato
- considerando che durante un attacco di rabbia il cervello del bambino non lavora normalmente a causa della sovra-tensione che sta subendo, sono molto utili gesti che portino ad aumentare i livelli di serotonina, quindi abbracci e coccole
- la rabbia può assumere diverse forme: scenate eclatanti quando il bambino si sente libero di esprimerla, comportamenti apparentemente più tranquilli quando in famiglia la rabbia è vissuta come un tabù, qualcosa di negativo da nascondere: è utile che i genitori riflettano sul modo in cui viene vissuta la rabbia nella famiglia e come lo era nelle loro famiglie di origine
- quando la rabbia si manifesta tra fratelli è fisiologica e quindi benigna: il rapporto fraterno è la prima palestra in cui i bambini esercitano la vita sociale e imparano a dialogare con i coetanei
- i bambini devono imparare, con l’aiuto degli adulti, a regolare le proprie emozioni, a esprimere la rabbia in modo non distruttivo ma costruttivo
- dietro la rabbia c’è sempre un messaggio che il bambino ancora non ha imparato a esprimere a parole
- quando un bambino si arrabbia vanno evitati sistemi di premi/punizioni, alzare la voce per sovrastare la sua: l’unico strumento è il dialogo, aiutare il bambino a esprimere ciò che sta provando e dopo, passata la tempesta, aiutarlo ad analizzare ciò che è successo
- quando un bambino è arrabbiato può avere difficoltà nello studio ma non per carenze cognitive bensì perchè tutte le sue energie sono impegnate nel grande lavoro che sta compiendo sul piano emotivo
- la rabbia del bambino va affrontata in modo rispettoso e fruttoso, deve diventare momento e occasione di dialogo
- non chiedetegli di calmarsi: in quel momento non è che non vogliono, ma proprio non sono in grado di farlo. Anche loro sono vittima delle nostre stesse sensazioni, spaventati, affaticati, confusi
“Ciò che dobbiamo sperare è di rendere la rabbia un fuoco che cucina anziché un fuoco che brucia.” Clarissa Pinkola Estes
“la rabbia non è solo inevitabile, è necessaria. La sua assenza indica indifferenza, la più disastrosa delle mancanze umane” Arthur Ponsonby